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Tutor: consigli per evitare le multe


Multe stradali: non c’è bisogno di frenare e ridurre la velocità al passaggio sotto il tutor in autostrada o sulla statale. Tutor, apparentemente una macchina perfetta che applica un’equazione altrettanto semplice: velocità = fotografia. Ma anche le macchine perfette possono sbagliare e altre sono invece tarate per garantire un minimo di tolleranza. Si profila così più di una scappatoia per gli automobilisti, soprattutto per quelli che temono che la minima differenza tra il tachimetro dell’automobile e i limiti di velocità possa far scattare la multa. Esistono numerosi casi in cui i comportamenti “formalmente” illeciti non vengono in realtà sanzionati dai moderni strumenti di controllo elettronico delle infrazioni al codice stradale. Ad esempio, si può viaggiare poco sopra il limite di velocità senza che accada nulla e che alcuna foto venga spedita agli uffici della polizia. Ed ancora, a un incrocio si può anche superare il semaforo e la linea di stop quando è rosso, ma se ci si ferma dopo pochi metri le apparecchiature non scatteranno la foto. Certo, questo non esonera dalla sanzione le violazioni più plateali, contro le quali difficile è qualsiasi contestazione, anche per una sorta di “antipatia” che l’automobilista pericoloso genera nei confronti del giudice più permissivo. Tuttavia, per coloro che, anche a fronte di una minima violazione, non hanno determinato un rischio per il traffico, gli apparecchi di controllo automatico chiudono un occhio. In questa scheda analizzeremo gli errori e le infrazioni tollerate dal tutor (il sistema di controllo della velocità che misura anche la media), mentre per quelle elevate dall’autovelox rinviamo alla nostra guida “A che velocità scatta l’autovelox”. Tutor: la tolleranza prevista dal codice

Come l’autovelox, anche il tutor scatta la fotografia solo se la velocità dell’automobilista, rilevata dalla macchina, supera di almeno il 5% il limite fissato dalla segnaletica o dal codice. A dirlo è il codice della strada [1], per cui gli agenti della polizia non possono discrezionalmente ridurre tale indicazione. Pertanto: in autostrada il tutor può scattare solo a partire da 137 km/h; sulle strade extraurbane principali (sono le superstrade a doppia corsia) solo a partire da 116 km/h; sulle strade extraurbane ordinarie (o su quelle principali se sta piovendo o grandinando) dai 96 km/h in su; nei centri abitati si può essere multati da 56 km/h a salire (66 o 76 sulle strade urbane di scorrimento, cioè su quei viali a doppia carreggiata dove sono stati apposti cartelli che impongono rispettivamente i 60 o i 70). Dunque è del tutto inutile inchiodare l’auto al limite di velocità imposto per il tratto di strada, poiché l’automobilista ha ancora un ulteriore 5% di margine per poter far oscillare la lancetta del tachimetro senza rischiare multe. Tutor: la tolleranza posta dalla polizia

Spesso le autorità che tarano il tutor su un determinato tratto di strada aggiungono, al limite legale del 5%, anche un ulteriore margine, tenuto conto delle condizioni concrete della strada e del traffico. È il caso in cui la macchina venga posta su lunghi rettifili o su tratti più larghi di carreggiate, ove l’eventuale sforamento di qualche chilometro non costituisce un pericolo per la circolazione. Un modo, insomma, per chiudere un occhio e non fare i fiscali dinanzi a condotte di per sé minimamente illecite. Il tachimetro non indica la reale velocità

C’è un ulteriore aspetto che deve tranquillizzare gli automobilisti. Il tachimetro dell’automobile non indica mai la velocità effettiva, ma approssima sempre “per eccesso” (se lo fa “per difetto” è, di solito, per un vizio di produzione). Questo perché non esistono strumenti così sofisticati da permettere un perfetto rilevamento dell’andatura (anche se le auto di ultima generazione hanno diminuito questo scarto). Così, per evitare problemi ai propri clienti, le case automobilistiche hanno preferito arrotondare per eccesso. La differenza, che un tempo poteva arrivare al 10% rispetto alla velocità effettiva, si assesta attualmente tra il 2 e il 5%. Ciò non vale però per chi monta (senza autorizzazione del costruttore dell’auto) pneumatici di diametro diverso da quello indicato dal costruttore e riportato sulla carta di circolazione: infatti il tachimetro calcola la velocità sulla base dei giri che fanno le ruote e, modificando queste ultime, il risultato può cambiare sensibilmente. Un modo per conoscere la propria effettiva velocità è di verificarla dal display del navigatore satellitare: questi strumenti, infatti, riportano sullo schermo la velocità rilevata dai satelliti, che è spesso vicinissima a quella effettiva. Il tutor non considera il traffico

I rallentamenti e le frenate che possono avvenire nel corso del viaggio incidono notevolmente sulla velocità media. Basta che un camion occupi la corsia di sorpasso o che un’auto si immetta da una strada di confluenza per far variare alla nostra auto il tempo di percorrenza della strada. Il tutor non considera le curve

Un altro aspetto che spesso si ignora è che, nel caso di curve, la velocità media ai fini della multa col tutor viene calcolata considerando la linea più breve: in pratica tutte le curve vengono tagliate in modo perfetto, una manovra da manuale che solo i corridori più esperti sanno fare. Capita invece che l’automobilista sia portato a seguire la traiettoria esterna della curva, accompagnando lo sterzo alla direzione della stessa strada, specie quando questa è trafficata e non consente direzioni “libere”. Se il tutor è spento

Laddove è presente l’apparecchio del tutor non è detto che esso debba essere necessariamente acceso. A volte gli stessi strumenti vengono utilizzati per immortalare la velocità dell’auto in modo istantaneo, ossia al momento del loro passaggio, così come farebbe un comune autovelox, senza quindi considerare la media tra la “porta di entrata” e quella di “uscita”. Se così dovesse essere, la multa potrebbe essere impugnata davanti al giudice di pace per mancata (o, meglio, non corretta) indicazione, da parte della segnaletica stradale, dello strumento presente sul tratto. Insomma, il cartello non può indicare che è presente il tutor, mentre invece poi l’automobilista si ritrova davanti un autovelox.

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