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Macchina in moto ma una persona è aggrappata al finestrino: reato


Avviare l’automobile quando una persona è ancora attaccata al finestrino, impegnata in un diverbio, determinandone la caduta costituisce reato. Lite furibonda tra due donne: l’una dentro l’auto, l’altra di fuori a parlare dal vetro; senonché la prima, per interrompere la conversazione, mette in moto e parte all'improvviso, facendo cadere a terra l’altra, rimasta ancora aggrappata al finestrino. Inevitabile la condanna per il reato di lesioni. Secondo infatti una sentenza di oggi della Cassazione [1], è del tutto irrilevante che la donna esterna all'auto fosse ben consapevole del fatto che il motore stesse per avviarsi e ciò nonostante avesse mantenuto volontariamente le proprie braccia dentro l’abitacolo per cercare di bloccarla. Peraltro tale ultimo atteggiamento non può considerarsi una aggressione tale da legittimare il conducente a partire di scatto. Insomma, il conducente consapevole del fatto che un’altra persona è ancora aggrappata alla propria auto, magari al finestrino, non può partire di scatto facendola cadere, anche se tra i due è in atto una lite. Egli ha prima l’obbligo di assicurarsi che l’altro soggetto sia al sicuro e non si faccia male.

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