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In caso di investimento come deve comportarsi il pedone?



Chi è stato investito non ha obbligo di dimostrare di essere dalla parte della ragione, ma è meglio procurarsi le prove testimoniali del fatto e conservare i documenti con le cure mediche sostenute.

Se non è certamente augurabile avere un incidente stradale, lo è ancor di meno investire un pedone. Non solo per i danni, spesso irreversibili, che si procurano al malcapitato, ma anche per le conseguenze civili e penali che subisce l’investitore. Il quale, per il tramite della propria assicurazione, è obbligato innanzitutto a risarcire i danni. Ma come deve comportarsi il pedone in caso di investimento? Quali pratiche deve svolgere per ottenere i soldi per i danni patiti dall'urto e, in caso contrario, quali azioni giudiziarie deve intraprendere? Di tanto parleremo in questa guida.


Indice

  1. Quando l’automobilista è responsabile dell’investimento del pedone

  2. Se mancano le prove chi ha ragione?

  3. Cosa deve fare il pedone investito per avere il risarcimento?

  4. La richiesta di risarcimento all'assicurazione

  5. I certificati medici

  6. L’invalidità e il danno biologico

  7. La visita del fiduciario dell’assicurazione

  8. La denuncia

Quando l’automobilista è responsabile dell’investimento del pedone

Prima di spiegare come deve comportarsi il pedone in caso di investimento, chiariamo quali sono i termini della responsabilità civile e penale.

«Chi investe un pedone si presume responsabile fino a prova contraria»: potrebbe riassumersi così la massima che la giurisprudenza ha sposato in tema di incidenti stradali tra auto e moto da un lato e passanti che attraversano la strada dall'altro. In buona sostanza, il conducente è tenuto a risarcire i danni (e potrebbe anche essere sottoposto a processo penale) se non è in grado di dimostrare che la colpa dell’investimento è del pedone. Per dimostrare la responsabilità del pedone è necessario che l’automobilista fornisca le seguenti prove: 1) di aver guidato in modo diligente (ossia di non essersi distratto e di aver rispettato i limiti di velocità imposti dalla legge e dalle concrete condizioni della strada); 2) che il comportamento del pedone è stato imprevedibile e l’urto quindi inevitabile (in altre parole che, anche andando a velocità irrisoria e con gli occhi puntati sulla strada, l’investimento sarebbe comunque avvenuto). Il tipico esempio è quello di un bambino piccolo che, sfuggendo alla presa dei genitori, attraversi improvvisamente la strada finendo sotto le ruote di un’auto ormai già sopraggiunta e incapace sia di vedere l’ostacolo che di frenare.


Se mancano le prove chi ha ragione?

Nel caso di incidente stradale tra due veicoli a motore (ad esempio due auto o un’auto e una moto), in mancanza di prove sulle rispettive colpe, la responsabilità viene divisa al 50% tra i due conducenti. È il cosiddetto «concorso di colpa» che opera in automatico. Invece, in caso di investimento del pedone, in assenza di dimostrazioni sulle reciproche responsabilità la colpa viene attribuita all'automobilista. Questo significa che se il conducente non riesce a dimostrare l’assenza di proprie responsabilità (secondo i termini che abbiamo detto all'inizio dell’articolo), in mancanza di prove viene ritenuto colpevole.

Cosa deve fare il pedone investito per avere il risarcimento?

Proprio da ciò che abbiamo appena detto arriva la prima risposta al dubbio su come deve comportarsi il pedone in caso di investimento: non avendo alcun onere della prova, non dovrà preoccuparsi più di tanto, almeno in prima battuta. Chiaramente, però, avere sin dall'inizio il controllo della situazione servirà ad evitare brutte sorprese.

Nel momento in cui il pedone viene investito, anche nel caso di lesioni lievi, verrà trasportato in pronto soccorso. Da questo momento inizia una lunga trafila di certificati medici che sarà bene conservare con cura, insieme a tutti gli scontrini per le medicine e alle fatture per indagini strumentali, onde poter provare il danno subito: danno che sarà sia fisico che morale. Vediamo dunque cosa fare per ottenere il risarcimento dall'assicurazione.


La richiesta di risarcimento all'assicurazione

Dopo aver ottenuto le dimissioni dall'ospedale, la prima cosa che deve fare il pedone investito per ottenere il risarcimento è inviare subito una diffida all'assicurazione dell’auto responsabile. Come avere tali dati se non se ne è già in possesso? Facile. Ogni volta che, a seguito di un incidente stradale, ci sono feriti le autorità devono intervenire per prendere gli estremi dei soggetti coinvolti; questi ultimi, infatti, hanno l’obbligo di non allontanarsi dal luogo del sinistro (altrimenti ne rispondono penalmente). Quindi è possibile ottenere tali elementi recandosi al comando di polizia o dei carabinieri che, nel caso specifico, sono intervenuti. Individuata la compagnia con cui il responsabile ha stretto la polizza, si può spedire la raccomandata a.r. con la richiesta di risarcimento (eventualmente anche con posta elettronica certificata). La stessa può essere spedita dal danneggiato o dal suo avvocato. L’assicurazione ha 90 giorni di tempo per poter presentare una offerta di indennizzo.

Nella lettera bisogna indicare il giorno e il luogo del sinistro, i soggetti coinvolti, eventuali nomi di testimoni (è sempre bene averne almeno uno), i danni fisici riscontrati e certificati al pronto soccorso, nonché la prognosi.


I certificati medici

La seconda cosa da fare per il pedone investito è sottoporsi periodicamente al controllo dei medici di una struttura pubblica che certifichino l’andamento della malattia, le cure e le eventuali conseguenze. Egli dovrà così recarsi a visita ogni volta che scadono i giorni di prognosi rilasciati dal precedente certificato medico, fino a quando non gli viene rilasciato il «certificato di intervenuta guarigione».

Insieme ai certificati vanno conservate le prove di pagamento di cure farmacologiche e terapie eseguite fino alla guarigione. Chiaramente più sono i giorni di invalidità, più sarà alto il risarcimento.


L’invalidità e il danno biologico

Il risarcimento che corrisponde l’assicurazione viene rapportato a tre parametri: il danno biologico: ossia il danno fisico conseguente all'investimento, determinato sulla base di una percentuale riconosciuta da un medico legale e rapportata all'età del danneggiato (tanto più è giovane, tanto più alto sarà il risarcimento);

l’invalidità totale temporanea: si tratta dei giorni in cui il danneggiato deve restare immobile ai fini della guarigione, ad esempio in ospedale o anche a casa;

l’invalidità parziale temporanea: si tratta dei giorni in cui il danneggiato, pur potendosi muovere, non ha comunque il pieno controllo del proprio corpo (ad esempio non può guidare, non può correre, deve portare un gesso a una mano, ecc.).

La visita del fiduciario dell’assicurazione

L’assicurazione non liquida di certo il danno “sulla fiducia”, ossia sulle sole dichiarazioni del pedone investito, ma lo fa visitare da un proprio fiduciario; è quest’ultimo di solito a prendere contatti con il danneggiato oppure i suoi riferimenti telefonici vengono forniti nella lettera di risposta della compagnia alla diffida inviata dal pedone.


La denuncia

L’investimento del pedone potrebbe anche integrare il reato di lesioni (lievi o gravi che siano). A tal fine sarà bene che il danneggiato si consulti con il proprio avvocato per il deposito della querela. Con l’avvertimento che, in caso di avvio del processo penale, non si potrà nel frattempo avviare cause civili per ottenere il risarcimento.


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